Vita, morte e il miracolo di Freschini di un’odontopatica
Ho avuto il complesso dei denti brutti per tutta la vita, e di anni ne ho veramente tanti.
Inoltre da bambina, oltre ad avere assunto degli antibiotici che mi hanno irrimediabilmente annerito i denti, ero molto golosa di dolciumi e quindi ci ho messo poco a scassarmeli.
E’ così iniziato per me un calvario durato decenni, sempre dal dentista.
Ho frequentato gli studi dei più rinomati nomi dell’odontoiatria veronese (parcelle, ovviamente, adeguate), finendo sempre e senza eccezione nelle mani di medici assistenti e, qualche volta, addirittura di specializzandi.
Risultato: a quarant’anni avevo tutta la bocca disastrata da corone.
Ognuna un colore diverso, ognuna col collarino in metallo bene in vista.
Tutto questo sarebbe stato ancora sopportabile, ma la verità è che nel frattempo ho sviluppato un terrore patologico, una fobia ingestibile per i dentisti.
Ricordo bene quando, con la forbicina delle unghie, mi sono tolta in lacrime l’otturazione provvisoria di un molare appena devitalizzato (devitalizzato male: il nervo era ancora vivo e, passata l’anestesia, il dolore era lancinante), correndo poi al Pronto Soccorso a supplicare per un antidolorifico.
O quando una giovane Signorina (sarà stata laureata?), per permettermi la masticazione dopo un’otturazione, ha limato così tanto il dente corrispondente a quello operato da costringermi poi a incapsularlo.
O quando ancora, dopo una semplice anestesia, sono stata travolta da un dolore così intenso che sono svenuta e ho ripreso i sensi sotto ossigeno – dopo chissà quanto – in una stanzetta circondata da assistenti dallo sguardo atterrito.
E così via dicendo; senza sosta, senza tregua, senza pace. La semplice igiene orale era diventata per me un ostacolo insormontabile: troppa, troppa paura.
Finché, un bel giorno…!
Novella sposina, mio marito mi informa che, presso lo studio dentistico che frequenta da tutta la vita, durante l’igiene orale al paziente che ne fa richiesta viene somministrato con una mascherina nasale un leggero gas dall’effetto calmante, rilassante e senza effetti collaterali: il protossido di azoto (a proposito: l’igienista non è una donna ma una fata. Posso giurarlo).
Mi convince così a presentarmi in questo a me sconosciuto Studio Freschini.
Devo dire che la mia conoscenza con il dott. Francesco non è nata sotto i migliori auspici. Nonostante le mie buone intenzioni iniziali, il Dottore ha dovuto faticare un bel po’ per convincermi ad aprire la bocca; mio marito e l’assistente alla poltrona, la meravigliosa Clara, hanno sopportato in silenzio il dolore delle mie unghie affondate nelle carni mentre cercavano di tenermi ferma.
No, non sto esagerando: l’angoscia era davvero incontrollabile.
Ma il Dottore è stato molto comprensivo.
Pacato, sereno, delicatissimo e molto, molto paziente.
Avevo urgenza di un piano importante di cura canalare, giusto per rimediare ai danni subiti fino a quel momento, di una seria igiene orale e di intervenire su alcune carie.
Pian pianino, un passetto alla volta, sempre sopportando le mie isterie, non solo mi ha sistemato tutta la bocca ma – e ancora non ho ben capito come sia potuto succedere – mi ha fatto superare il trauma da dentista. Sono arrivata al punto di non arrampicarmi più sul camice dell’angelo Clara durante le sedute o di non chiedere più il protossido di azoto durante l’igiene orale.
Credo anche di averlo abbracciato (!!!).
Una volta, poi, il dott. Livio si è visto costretto a estrarmi un molare, per poi sostituirlo con un impianto.
Il Dottore, consapevole che per me l’intervento sarebbe stato difficile da sopportare, mi ha proposto di farmi assistere da un anestesista.
Non ho sentito alcun dolore, non ho sofferto di alcun effetto collaterale e ho una masticazione perfetta (a proposito: grazie, dott. Luca. Le vorrò bene per sempre).
Un servizio, un riguardo, una gentilezza inaspettata.
Come tante altre che ho ricevuto, per esempio quella di essere visitata e curata di un dolore a un dente dal dottor Livio e dalla mitica Clara il giorno di Ferragosto del 2018, con lo studio chiuso per ferie e mentre le due deliziose bambine di Clara aspettavano brave e buone la mamma in sala d’attesa.
O quello di poter scegliere il sottofondo musicale durante le sedute: io, amante della musica classica; il dott. Livio, cultore dell’Hard Rock.
O quello di avere avuto sostegno e aiuto dal dott. Livio per smettere di fumare.
O quello di avere ricevuto un commovente mazzo di fiori in occasione di una seduta coincidente con il mio compleanno.
O ancora quello di avere avuto il viso ringiovanito di dieci anni da due punturine di filler.
Sì, perché il dottor Livio è specialista anche in cosmesi facciale, oltre che dentale.
Credo di avere abbracciato anche lui, e forse più di una volta.
Così non solo ho dimenticato la paura (costata – ripeto – al dott. Francesco, al dott. Livio e a tutto lo staff più di una mia scenata da panico), ma ho deciso per un radicale programma di intervento nella mia bocca, questa volta di carattere puramente estetico.
Ora, finalmente, le mie corone dentali sono tutte dello stesso colore, allineate, pulite, bellissime – Egidio, il tecnico dello Studio, è un fuoriclasse!;
ora, finalmente, le faccette su incisivi e canini hanno coperto la miseria cromatica che mi portavo dietro fin da bambina (e sfido chiunque ad accorgersi che non siano denti veri).
Ora, finalmente, sorrido.
Giulia Travaglino
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