Garanzia Freschini
Fidarsi è bene… ma
la Garanzia è meglio!
Le Premesse
Il tema della garanzia in medicina è un argomento molto delicato e complesso e richiede alcune premesse.
Il rapporto medico-paziente da sempre si basa -o si dovrebbe basare- sulla reciproca fiducia.
Da quando Ippocrate pose le basi dell’etica medica, ancora oggi, la fiducia è una condizione sine qua non, ovvero necessaria e imprescindibile, senza la quale risulta impossibile ottenere risultati soddisfacenti dall’atto medico.
Ritorneremo a breve sulla deontologia, ma partiamo da un velocissimo inquadramento legale.
La Legge obbliga noi medici in termini di mezzi e non di fine. Tradotto in un linguaggio più semplice vuol dire che il medico è tenuto ad agire per il meglio, ma non è mai responsabile del risultato.
Le motivazioni di questa scelta giuridica nascono dal fatto che il risultato di un atto medico è determinato da 3 elementi distinti:
- Il medico: con le variabili relative alle sue capacità professionali, alle sue conoscenze cliniche e ai materiali e strumenti che sceglie di adottare
- Il paziente: con le sue personali capacità manuali e la sua volontà di applicare ed eseguire le indicazioni proposte dal medico
- La biologia: che, come sappiamo, può rispondere alle cure mediche con meccanismi fisiologici e psicologici in gran parte imprevedibili e spesso legati al soggetto e quindi individuali
Capite bene che solo 1 dei 3 elementi dipende dal medico e quindi diventa perlomeno ipocrita attribuirgli la responsabilità del risultato finale considerando tutte le variabili che possono intervenire. Se poi consideriamo che l’atto medico in questione è routine professionale per il medico, ma che per il paziente rappresenta un caso straordinario, se non una vera e propria novità e che la biologia è estremamente soggettiva, diventa facile supporre che, in caso di risultato non soddisfacente, la carenza sia più facilmente da attribuire agli elementi 2 e 3.
E con questo non voglio per nulla giustificare gli schifi che troppo spesso vedo appioppati nelle bocche di poveri pazienti ignari delle loro condizioni di salute.
Proseguendo, se da un lato la giurisprudenza si pone in un modo assolutamente corretto nei confronti dell’atto medico in sé, dall’altro sembra non comprendere appieno la reale natura dello stesso:
Il paziente ha un problema e si rivolge al medico per una soluzione. Il paziente va dal medico per ottenere un risultato e a fronte di una spesa, soprattutto se impegnativa, dovrebbe poterlo ottenere. Si sa. Il rapporto medico-paziente non è un rapporto alla pari. Il paziente si rivolte al medico non solo in qualità di amico, come a me piace pensare, ma soprattutto e principalmente in qualità di esperto.
È quindi un dovere morale di un medico preparato e diligente assumersi i rischi, benché imprevedibili per natura, del piano di cura che egli stesso consiglia al paziente, rassicurandolo con una garanzia di totale soddisfazione. Questo è il mio pensiero ed è il modo in cui intendo affrontare giorno per giorno le incertezze della mia professione.
Esistono tuttavia 2 casi limite, fortunatamente molto rari, in cui è umanamente impossibile dare garanzia di risultato.
La medicina non è una scienza ed esistono circostanze estremamente particolari dove anche un medico competente potrebbe avere dei forti dubbi. In queste rarissime circostanze, il medico, che ha a cuore i desideri del paziente, deve ammettere molto umilmente e fin dall’inizio di non essere in grado di dare dette garanzie e sedersi a riflettere assieme al paziente su quale sia la strada migliore da intraprendere. Le due parti sceglieranno, in un clima di fiducia reciproca, quali rischi affrontare insieme.
Tutto ciò che viene detto prima è trasparenza,
tutto ciò che viene detto dopo è una scusa.
Nel caso, poi, in cui il medico venga sopraffatto dai capricci della biologia o da altre complicanze che, in corso d’opera, gli impediranno concretamente di portare a termine le cure così come promesse, ancora una volta il “buon medico” deve poter usufruire di un “piano B” che, in un rapporto di reciproca fiducia e ricordando tutti i limiti che accompagnano l’essere umano, conceda al paziente un grado di soddisfazione il più vicino possibile alle promesse iniziali.
La Garanzia F
Qualsiasi prestazione eseguita nel nostro studio, che possa essere valutata dal paziente in termini di estetica e/o funzionalità, qualora non incontri la piena soddisfazione del paziente, sarà rifatta interamente a spese del Centro Odontoiatrico Freschini.
Il paziente avrà diritto, senza limiti di sorta, a rivalersi della suddetta garanzia ogniqualvolta non si ritenga pienamente soddisfatto del risultato ottenuto.
In riferimento a prestazioni di natura semplicemente “conformativa”, il paziente potrà valutare il suo grado di soddisfazione estetica il giorno stesso della consegna del lavoro finito ovvero funzionale entro una settimana dal termine dei lavori. Vogliamo che la soddisfazione del paziente sia immediata.
In riferimento a riabilitazioni più complesse, a carattere “riorganizzativo”, dove può rendersi necessario un periodo di prova, vogliamo concedere al paziente un’estensione della garanzia fino a 6 mesi dal termine dei lavori perché egli possa valutare appieno il miglioramento che noi garantiamo della qualità della sua vita.
A titolo di ulteriore tutela nei confronti del paziente, ove egli non dovesse ritenersi soddisfatto del nostro lavoro, potrà avvalersi, nei medesimi termini, del diritto di essere risarcito dell’intero importo, già speso, relativo le summenzionate prestazioni.
Il risarcimento sarà immediato contestualmente alla restituzione o rimozione del lavoro a seconda della sua natura.
Conclusioni
Possiamo permetterci questo livello di garanzia innanzitutto perché noi sappiamo fare molto bene il nostro lavoro, ma soprattutto perché sappiamo che il nostro lavoro consiste nel trasformare la vostra fiducia in piena soddisfazione.
Potervi offrire questa garanzia è già di per se una garanzia del nostro operato. Ci capita molto raramente di dover rifare un lavoro e quando è successo normalmente siamo stati noi a non voler consegnare un lavoro anche nei casi in cui il paziente avrebbe voluto accontentarsi.
Quando parlo di dare garanzie ai pazienti, molti colleghi mi danno del pazzo e mi dicono che dovrei attenermi a quando dovuto per legge. Che il paziente è furbo e se ne approfitterà. Concludo rispondendo qui per iscritto nello stesso modo in cui sono solito rispondere a loro.
Perché una persona dovrebbe darci fiducia quando siamo noi i primi a non fidarci di quello che facciamo?
Perché un paziente dovrebbe fidarsi di un medico che non si fida di loro?
Il medico non può lamentare una mancanza di fiducia nei confronti della sua categoria se non è lui il primo a farsi da garante per ciò che consiglia e per ciò che fa.
Garantito nero su bianco e me ne assumo ogni responsabilità:
sarete soddisfatti!
Dr Livio Freschini